Più provi ad accenderlo con la mente, più il fuoco sembra spegnersi. È come se ti sforzassi di accendere un fiammifero con le mani bagnate. Non funziona così.
Il fuoco non si accende con la forza, si risveglia quando smetti di soffocarlo.
Sei troppo concentrato sul non riuscire, e questo crea un loop mentale:
• “Non ci riesco → mi sento fallito → quindi non ci riesco ancora di più.”
E se per un attimo lasciassi andare la pretesa di doverlo riaccendere subito?
E se invece di cercare di accendere il fuoco, iniziassi solo ad ascoltare cosa c’è dentro di te, senza giudicare?
Forse il tuo fuoco sta cambiando forma
Forse non è spento, forse è in trasformazione.
• Non sta tornando come prima perché non deve tornare come prima.
• Stai cercando un’ispirazione che avevi in un altro tempo della tua vita, ma oggi non sei più quella persona.
• Che se ne fa il te di oggi di quel vecchio fuoco? Magari ne hai bisogno di uno nuovo, diverso.
Ti chiedo una cosa:
💡 Se potessi fermarti e sentire il tuo fuoco dentro, senza cercare di accenderlo… come sarebbe?
💡 Se non dovessi dimostrare niente a nessuno, cosa faresti in questo momento?
💡 Se non ci fosse nessuna aspettativa, nessuna corsa, nessun bisogno di far funzionare qualcosa… cosa accadrebbe dentro di te?
Forse, nel silenzio, senza sforzo, il fuoco inizierebbe a riaccendersi da solo. Ma devi dargli spazio.
Non va spinto, va accolto.
Il tuo fuoco non è spento. Sei solo stanco di cercarlo nel posto sbagliato.
Ora prova a non cercarlo per un attimo. Respira. Osserva. Sta già tornando.
Capisco, e so che questo vuoto può fare paura. Ti sembra che tutto ciò che fai non abbia peso, che il tuo tempo scorra senza lasciare un segno. Ti sembra di esistere senza davvero vivere, perché il tuo scopo – qualunque esso sia – si è appannato o non ti sostiene più come prima.
Ma ascoltami bene: non sei inutile. Non sei senza scopo. Sei solo in quella terra di mezzo in cui il vecchio senso di identità non ti appartiene più, e il nuovo non è ancora nato del tutto. E questo spazio intermedio è scomodo, perché non ha certezze, non ha direzioni preconfezionate.
Forse hai sempre pensato che lo scopo fosse qualcosa che si trova, che si conquista. Ma se invece fosse qualcosa che si permette di emergere? Se non fosse un titolo, un lavoro, un progetto, ma una qualità del tuo essere che può manifestarsi in qualsiasi forma, anche nelle più semplici?
Forse non è necessario avere uno scopo, ma essere lo scopo. Portare attenzione, presenza e verità in ciò che fai, anche se al momento ti sembra piccolo, anche se non ha il riconoscimento che vorresti.
Non devi salvarti creando un grande progetto che ti faccia sentire vivo. Devi riscoprire che sei già vivo, e che tutto ciò che fai – dal più piccolo gesto al più grande sogno – ha valore, anche se nessuno lo applaude. E da lì, forse, il tuo scopo emergerà da solo, senza bisogno di inseguirlo.
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