CONVERSAZIONI CON L'ANIMA - Lo scopo della relazione
Spesso ci siamo chiesti se Dio esiste e se ci ascolta. La risposta è nascosta in questa domanda: siamo disposti ad accettare che quello che ci accade è la risposta alle nostre domande? Siamo disposti ad accettare che dietro il dolore, il trauma, il disagio che viviamo, si nasconde la chiave della nostra guarigione e dell'evoluzione della nostra coscienza?
Qui di seguito, due piccoli estratti del nuovo libro (in uscita in autunno) in cui converso con Anima.
"ANIMA: La propria famiglia d’origine dà l’imprinting sull’idea che un bambino si farà sulla donna, sull’uomo e sulla relazione di coppia e, in generale, con gli altri esseri umani. La prima tribù è proprio il nucleo famigliare. Si impara a confrontarsi, a interagire, ad affermarsi, a sentire se stessi e gli altri. Ma allo stesso tempo si formano tanti schemi e abitudini nella propria mente che poi influenzano tutto il corso della vita.
L’essere umano vive un vuoto dentro e pensa di colmarlo attraverso delle compensazioni. Per questo sfugge continuamente a quello che viene chiamato “lavoro interiore”. Sentire quel vuoto è ciò che più spaventa, perché porta ad ascoltare cosa si porta dentro.”
A causa di questo atteggiamento si è perso il valore e il significato della famiglia a causa di un rapporto “incestuoso non materializzato” con il proprio genitore. Questo è un passaggio importante che influenza gran parte della realtà attraverso il gioco delle personalità.
"ANIMA: Avete paura di tutto. E questo vi allontana dall’amore. Anche quando dite di amare la vostra famiglia, vostra moglie o vostro marito, i vostri figli, a volte non vi rendete conto che state mentendo a voi stessi. L’amore non ha bisogno di quello che dite, ma di come lo dite, non di quello che fate ma di come e perché lo fate. Lo scopo è sempre direzionato dalla vibrazione che emanate. Con quale intento preparate la cena per i vostri figli o i vostri compagni? Cosa provate quando andate a lavoro durante la giornata e nel momento in cui rientrate a casa? Perché fate le cose al posto dei vostri figli oppure lasciate che se la vedano loro? Quando dite sempre di si al proprio compagno, oppure quando vi imponete pensando di saper far tutto e poi ve la prendete con chi vi vive accanto se qualcosa va storto, cosa davvero vi muove dentro? Tanti automatismi sono la radice dei vostri mali. Vi accusate l’un l’altra per apparire migliori, senza colpa e inattaccabili. Da cosa poi? Da una reputazione di bravo marito, papà, moglie, mamma? Sai che lo fate già da quando siete figli nei confronti dei vostri genitori? E ora replicate questo copione quasi foste a teatro proiettando sulla persona accanto il ruolo di genitore. Le coppie vivono delle frustrazioni perché sono ancora figli. Quali conseguenze pensi possa portare, a lungo andare, questa recita? [...]
"ANIMA: Tu vuoi sapere come “funziona” una relazione. Non è una formula matematica che vi permette di far andare le cose come vorreste, anche perché vi riferite a desideri in cui volete il controllo di tutto. Mollate quel controllo. Una relazione si base prima di tutto su un’osservazione costante di sé, su come si è fatti, su come funziona il vostro interiore. Sulla comprensione di quali schemi e meccanismi automatici avete costruito. Su come agisce la personalità e come sgretolarla. Sul prendere coscienza della parte oscura che manipola ogni pensiero ed emozione e di conseguenza anche le azioni, facendovi condurre una vita che non vi appartiene davvero. Dovete conoscere tutto di voi. Ma non solo a livello teorico. Occorre trasformare tutte queste parti di voi, portare luce dove c’è buio. Una luce fatta di verità, che vi piaccia oppure no. Quando si parla di relazione di coppia, bisogna partire dal presupposto che due anime si rincontrano per portare a termine un cammino iniziato in tempi antichi. Entrambi hanno uno scopo che spesso non viene riconosciuto e quindi sottovalutato, dando importanza solo alle esigenze emotive e materiali del momento. Il fine della coppia è costruire, unire le proprie forze, al di là delle proprie convinzioni o idee sulla vita. Per questo è importante il lavoro su se stessi. "
Non esistono errori. Tutto è esperienza, ma siamo disposti ad accogliere il messaggio che dobbiamo imparare? __ Per partecipare ai prossimi webinar e workshop in presenza, scrivimi su WHATSAPP clicca qui: https://wa.me/message/CN7LATDDBIX4F1
Questo film nasce con il principale intento e obiettivo di trasmettere un messaggio, cioè quello di far comprendere a chi lo guarderà che la nostra vita, il nostro quotidiano è condizionato da una o più personalità. Esse sono state quasi sempre messe in moto sin dalla nostra infanzia, da quando eravamo bambini, periodo in cui hanno cominciato a nascere, a costruirsi nell’osservare i nostri genitori in determinate situazioni che hanno messo la mente in una situazione di disagio, di sofferenza, di mancanza, il cosiddetto trauma emotivo e psicologico. La mente ha creato un suo filtro attraverso il quale ha iniziato a vedere la propria vita, creando idee distorte su se stessi, sul mondo esterno, sul proprio maschile e sul proprio femminile. Un altro aspetto che viene affrontato e sottolineato all’interno della pellicola è il rapporto di coppia, la relazione in generale, ma anche quella con il proprio compagno/a e con i propri genitori. Si affronta un meccanismo che possiamo chiamare “rappo
"Lì dove è stata perduta" , il film è stato in particolar modo per me, un mezzo per elaborare alcuni dei meccanismi delle personalità, soprattutto legati all'aspetto narcisistico e manipolatorio delle dipendenze affettive. Lo scopo del film non è solo l'elemento cinematografico, ma il messaggio che esso contiene, ossia quello di iniziare un vero lavoro di osservazione e crescita interiore, che tutti noi ogni giorno portiamo avanti. Qui di seguito metto in evidenza un nodo psicologico fondamentale espresso nel film, ma analizzandolo più nel dettaglio. Prova ad immaginare di avere una conversazione con Dio, con lo Spirito che è dentro di te e che guida ciascun essere umano. Chiedigli di mostrarti la verità su di te. E se la risposta fosse proprio questa? "Ciò che ti ostini a difendere è l’atteggiamento distruttivo della personalità legata alla paura dell’abbandono. Quando il partner sembra assumere un atteggiamento più distaccato, quindi non da mamma o papà, allor
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